
Pristina mon amour: cosa vedere in un weekend nella capitale più giovane d’Europa
Se è vero che un paese lo fanno anche i suoi abitanti, il Kosovo per me è uno dei paesi più belli del mondo: in nessun altro luogo ho mai incontrato persone così gentili, disponibili ed educate come in questo stato dei Balcani. Nonostante la povertà economica di una larga fascia della popolazione, le ingiustizie subite prima, durante e dopo la famigerata guerra del Kosovo e la traballante situazione politica attuale a livello internazionale, i kosovari-albanesi non hanno perso la grande umanità che li caratterizza e che li rende uno dei popoli più dignitosi del mondo. Più di una volta mi è capitato di chiedere informazioni per raggiungere un posto e le persone si sono prima impegnate ad aiutarmi a controllare su Google Maps la strada, per poi accompagnarmi direttamente nei pressi della mia destinazione, augurarmi buona giornata e regalarmi sorrisi prima di salutarmi. Per me è molto importante l’aspetto “umano” in un viaggio e il Kosovo, da questo punto di vista, mi ha colpita profondamente e mi ha lasciato un ricordo molto positivo, tanto che spero di tornarci il prima possibile.
In questo articolo vi darò qualche dritta su cosa vedere, dove mangiare e dove dormire a Pristina, ma prima è necessaria qualche informazione sul Kosovo.
•Il Kosovo ha dichiarato unilateralmente l’indipendenza dalla Serbia il 17 febbraio 2008. Da allora, è stato riconosciuto soltanto da 113 Stati membri dell’Onu, tra cui l’Italia.
•Seppure l’attuale bandiera del paese sia quella blu con la sagoma gialla della nazione e sei stelle gialle (che rappresentano le sei etnie presenti nel paese, e cioè albanesi, serbi, turchi, rom, bosniaci e gorani), viaggiando in Kosovo noterete sempre anche la bandiera albanese: i kosovari-albanesi che ho incontrato durante il mio viaggio hanno tutti il cuore e la mente rivolti all’Albania, da loro considerata come la madrepatria.
•Il Kosovo è uno stato a sé, anche se, come anticipato, non è riconosciuto ancora da tutti i membri dell’Onu. Viaggiando nel paese, però, più di una volta ho scordato di non trovarmi in Albania: le affinità con il Paese delle Aquile, prime fra tutte le tradizioni storiche e la lingua (anche se in Kosovo si parla il gheg, una variante dell’albanese utilizzata nel nord dell’Albania), sono tantissime. Inoltre, provenendo dall’Albania ho trovato (passatemi l’espressione) assurdo dover attraversare una frontiera, lasciare l’Albania, presentare il passaporto ed entrare in una terra dove vivono albanesi, si parla albanese, le tradizioni e i costumi sono albanesi e, soprattutto, tutti gli abitanti si considerano albanesi. Le questioni di geopolitica, però, non sono il focus di questo blog, perciò è inutile che mi dilegui più di tanto.
Cosa vedere:
•Bulevardi Nënë Tereza
Questo grande viale pedonale non possiede niente di entusiasmante a livello architettonico, ma lo percorrerete per forza per raggiungere le principali zone della città perché è stato trasformato nella passeggiata pedonale di Pristina dove gli abitanti amano passare il loro tempo libero. Su di esso affaccia il Teatro Nazionale del Kosovo, il più importante del paese e, al termine, si trova una grande statua dedicata a Giorgio Castriota Skanderbeg, l’eroe nazionale albanese che nel ‘400 difese l’Albania e l’Occidente dall’avanzata dell’Impero ottomano.
•Museo Etnografico “Emin Gjiku”
Il Museo Etnografico di Pristina è ospitato in un bellissimo edificio ottomano collocato nel quartiere più antico della città. Al suo interno sono custoditi interessanti reperti dell’antichità, soprattutto di epoca ottomana, e nelle sue stanze è possibile ammirare interessanti oggetti e artefatti di quegli anni. L’ingresso è ad offerta libera e la guida spiega (in un ottimo inglese) in maniera molto dettagliata gli usi e i costumi del tempo.
•Moschea Sultan Mehmed Fatih
Questa bellissima moschea è l’edificio di culto islamico più importante di Pristina. Poco dopo la mia visita ho assistito al richiamo alla preghiera, un momento in cui tutti i credenti che passavano per strada e i commercianti dei negozi limitrofi all’edificio correvano per entrare in moschea e pregare. La cosa che mi ha colpito di più di questo edificio sono state le bellissime e minuziose decorazioni del soffitto interno e, soprattutto, delle volte esterne.
•NewBorn
Il monumento “Newborn” è stato eretto il giorno della dichiarazione d’indipendenza del Kosovo, il 17 febbraio 2008 (ormai dieci anni fa), ed è un must per chiunque visiti Pristina. È il posto ideale per scattare qualche foto simpatica, senza però dimenticare l’importanza storica, più che architettonica, dello stesso. Una curiosità: ogni anno, il 17 febbraio, viene modificato l’aspetto del monumento. Quest’anno, in occasione del decimo anniversario dell’indipendenza, la scritta, come potete vedere dalla foto, contiene il numero 10.
•Biblioteca Nazionale del Kosovo “Pjetër Bogdani”
La Biblioteca Nazionale del Kosovo è un particolare edificio opera dell’architetto croato Andrija Mutnjakovic definito da molti come uno degli edifici più brutti del mondo. Sinceramente ho trovato questo edificio molto affascinante: non solo esternamente con le sue griglie di ferro e le 99 cupole bianche ognuna di dimensione diversa dall’altra, ma anche internamente dove si possono ammirare le cupole da una prospettiva diversa. Vicino alla biblioteca si trova una chiesa ortodossa non finita: secondo i piani di Slobodan Milosevic (il leader serbo accusato di crimini contro l’umanità non solo in Kosovo, ma anche in Bosnia e Croazia) doveva essere la chiesa serbo-ortodossa più grande del Kosovo, ma a seguito dello scoppio della guerra non è stata portata a termine e, a giudicare dallo stato in cui si trova, non credo verrà finita molto presto.
•Cattedrale cattolica di Madre Teresa
Inaugurata nel settembre 2017, la Cattedrale di Madre Teresa è l’edificio di culto cattolico più grande del Kosovo. Madre Teresa è stata uno dei personaggi religiosi più importanti del Novecento ed è nata a Skopje da una famiglia albanese originaria del Kosovo. Non è difficile capire, quindi, come mai alla stessa siano dedicati così tanti edifici, vie, piazze e luoghi importanti in tutto il Kosovo e l’Albania.
Dove mangiare:
•Babaganoush
Il miglior ristorante di Pristina: da provare assolutamente il piatto Falafel Bowls, con polpettine di ceci, hummus, riso all’avocado e tabuleh, e il piatto Buddha Bowls, con hummus, polpette di lenticchie, cavolo, carote, insalata, riso e melograno.
Prezzo: 6€/persona.
•Pishat
Ristorante tipico, prezzi contenuti. Il migliore caciocavallo fritto della città. Prezzo: 7€/persona.
•Liburnia
Piatti della tradizione albanese, atmosfera retro e arredi tipici: Liburnia è un must per chiunque si rechi a Pristina.
Prezzo medio: 10€/persona.
•Soma Book Station
Caffè libreria in stile americano, ideale per una pausa di relax tra una visita e l’altra.
•Dit’e’Nat
Delizioso caffè libreria con una corte interna dove bere un cocktail e ascoltare musica.
Dove dormire:
Durante il mio soggiorno a Pristina ho pernottato presso l’Hotel Denis, un albergo situato nel quartiere Arberia, a 5 minuti di taxi dal centro (le corse del taxi partono da €1,60). Le camere sono spaziose e dotate di terrazza, ma ciò che più mi ha colpito di questo hotel, come del resto di tutta la città, è stata la gentilezza del personale sempre pronto ad aiutare e soddisfare le esigenze della clientela. Tramite questo link puoi prenotare l’hotel e ottenere uno sconto.
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*Miglior piatto: i falafel bowls di Babaghanoush.
*Miglior posto: la Biblioteca Nazionale, un edificio unico nel suo genere con griglie in ferro e 99 cupole dalle dimensioni tutte diverse.
*Miglior periodo per visitare Pristina: primavera e autunno sono le stagioni migliori per visitare la città. L’estate è spesso molto calda, mentre l’inverno in Kosovo è piuttosto rigido con frequenti e copiose nevicate.
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Se ti è piaciuto questo articolo su Cosa vedere a Pristina, potrebbe interessarti anche il mio Weekend a Tirana.
Da portare con voi nello zaino:
Kosovo, Bradt Guide
Scoprire i Balcani. Storie, luoghi e itinerari dell’Europa di mezzo
Balcani occidentali, Lonely Planet
Albania e Kosovo, Gjata & Vietti
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