
Cartoline da Scutari, la capitale culturale dell’Albania
Lo scorso weekend, in occasione di una gita fuori porta, ho avuto l’occasione di passare qualche ora a Scutari, la principale città del nord dell’Albania. Non era la prima volta che mi recavo qui: l’anno scorso, di ritorno dal viaggio in Montenegro, mi sono fermata a prendere un caffè a Scutari e, pur avendo trascorso pochissimo tempo nel centro storico, sono rimasta piacevolmente sorpresa dalla sua bellezza e dal fatto che tutti qui si spostano in bicicletta da una parte all’altra della città. Purtroppo, anche in questa circostanza ho passato poche ore in città, ma conto di tornarci il prima possibile per dedicarle il tempo che merita. Scutari è un gioiellino, un mix tra architettura veneziana, austroungarica e, ovviamente, balcanica.

Chiunque decida di visitare Scutari deve passare per forza dalla cosiddetta Pedonalja. Si tratta di un lungo viale pedonale, il cui nome reale è Rruga Kolë Idromeno (in onore del grande pittore albanese nato qui), dove si susseguono piccoli edifici colorati (quello rosa della foto di apertura è in assoluto il mio preferito!) perfettamente conservati che ospitano caffè, ristoranti, negozi e persino l’unico museo fotografico del paese, il Museo Marubi. Per chi non fosse a conoscenza della storia di Marubi e fosse interessato a saperne di più, ecco qualche breve informazione: Pietro Marubbi (in albanese Marubi) era un artista e fotografo italiano, naturalizzato albanese, scappato dall’Italia per ragioni politiche e giunto a Scutari intorno alla metà dell’800. Qui, nelle stanze dove oggi si trova il prezioso museo, fondò il primo studio di fotografia dell’Albania.


Dopo una visita al museo, la cosa migliore da fare a Scutari è camminare per il grazioso centro storico. Nel giro di pochissimi metri, si ammirano i principali edifici religiosi della città, cioè la Grande Moschea, la Chiesa Ortodossa e la Chiesa Francescana. Una delle caratteristiche principali di Scutari, come del resto di tutta l’Albania, è la compresenza di differenti religioni e luoghi di culto, una compresenza che qui, forse, è ancora più evidente che nel resto del paese: i tre edifici sono talmente vicini che bastano pochi passi per spostarsi dall’uno all’altro.



Oltre a moschee, chiese, affascinanti edifici abbandonati, palazzi storici rimessi a nuovo, a Scutari ho notato anche interessanti graffiti nascosti nelle vie secondarie della città, tra cui lavori dello street artist Diver Santi e altre opere nei pressi del Wanderers Hostel. Scutari ha numerosi punti di forza: oltre a possedere un bellissimo centro storico e una delle fortezze più grandi dei Balcani, la città è vicinissima all’omonimo lago, al Montenegro ed è il punto di partenza per andare alla scoperta del Grande Nord. Spero di tornarci presto in occasione di una nuova e divertente avventura!



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