
Berat, Albania: viaggio tra moschee, chiese e antichi castelli
Bastano pochi secondi per innamorarsi di Berat. La città-gioiello dell’Albania incanta per la sua atmosfera senza tempo, l’architettura e i tesori culturali di cui è gelosa custode. Il centro storico è una bomboniera di case bianche forate da numerosi punti luce che le hanno valso il soprannome di città dalle finestre sovrapposte e un posto nella lista Unesco dei patrimoni mondiali dell’umanità (insieme a Girocastro e Butrint, altre meraviglie tutte albanesi). L’aspro paesaggio in cui è collocata Berat è uno tra i più suggestivi dell’Albania e spunta dal nulla, dopo aver percorso in macchina (che è necessaria per andare alla scoperta degli incredibili angoli nascosti di questo Paese) un’ondeggiante strada che regala piacevoli scenari di campagna e che, in circa un’ora e mezzo, collega la città con la capitale Tirana.
Posteggiata l’auto nell’apposito parcheggio nei pressi di Bulevardi Republika, o, come lo chiamano gli albanesi, Pedonalja, un lungo viale pedonale ristrutturato da AADF (Albanian-American Development Foundation), una fondazione albanese-americana creata nel 2009 che si occupa di supportare e assistere le comunità economiche in determinate aree del Paese, inizia il viaggio alla scoperta di Berat. Nonostante negli ultimi tempi la città sia diventata una delle destinazioni turistiche più frequentate in Albania, non ha, fortunatamente, ancora perso la sua autenticità e il suo fascino. Per rendersene conto, basta raggiungere Kala, il Castello di Berat (costo di ingresso: 100 lekë), un labirinto di stradine in pietra, muretti a secco e abitazioni secolari ancora oggi abitate da famiglie del posto o convertite in guest house dove passare la notte. C’è forse qualcosa di più speciale che dormire tra le mura di un antico castello? Tra una visita alla Chiesa della Dormizione di Maria, che oggi ospita il Museo Onufri dedicato al celebre pittore albanese di icone del XVI secolo, i resti della Moschea Rossa, la prima, si narra, che sia stata costruita a Berat nel XIV secolo, e la pittoresca Chiesa della Santa Trinità, posizionata scenograficamente a strapiombo sulla collina, non dimenticate di percorrere le stradine secondarie, all’interno delle mura, che regalano incantevoli scenari. Qui la parola d’ordine è perdersi.
Sotto al castello, Mangalem è un intrico di viuzze ed edifici risalenti all’epoca ottomana, con antiche moschee, come la Moschea degli Scapoli dove, secondo antiche leggende, si recavano i ragazzi in cerca di moglie, e la Moschea del Re, costruita a fine ‘400 per volere del sultano illuminato Bayezid II che si distinse per la politica di accoglienza degli ebrei sefarditi espulsi nel 1492 dalla Spagna, ai quali concesse di stabilirsi nei territori dell’impero ottomano e, dunque, anche nell’attuale Albania. Circa cinque secoli dopo, il Paese balcanico a maggioranza musulmana accolse nuovamente un gran numero di ebrei aiutandoli, questa volta, a scappare dai campi di concentramento nazisti e fornendo loro accoglienza sulla base di un codice d’onore, la besa, che consisteva (e consiste tuttora) nel mantenere la parola data e aiutare, anche a costo della propria incolumità, chiunque abbia bisogno di sostegno. La storia della comunità ebraica in Albania è narrata nelle sale del Museo Solomoni che, neanche a farlo apposta, è a due passi dalla moschea. Infine c’è Gorica, l’area meno turistica di Berat, quasi nascosta, senza turisti, dal fascino unico. Per raggiungerla occorre attraversare il ponte di fronte alla Moschea degli Scapoli, che taglia il fiume Osum e accompagna il visitatore nei pressi della Chiesa di San Tommaso e dello storico Ristorante Antigoni, che dalle sue terrazze regala viste incomparabili su Mangalem, prima di condurre, attraverso strette viuzze, al Monastero di San Spiridone. La compresenza di edifici religiosi di credi differenti è uno dei fiori all’occhiello di questa città e di tutto il Paese. Così, per capire a fondo lo spirito di Berat, e di tutta l’Albania, dopo aver ascoltato il richiamo alla preghiera islamica e contemplato le icone medievali delle chiese, non resta che passeggiare lungo l’Osum per ammirare la città in tutta la sua bellezza. Meglio al tramonto, quando il sole comincia lentamente a calare. È in questo momento che si compie la magia di Berat.
[Tra gli eventi imperdibili a Berat ci sono il mercatino natalizio, il Festival del Folclore e il Carnevale, attività organizzate da BID Berat, partenariato pubblico-privato, nato con il supporto di AADF, che si è occupato, e si occupa tuttora, di rivitalizzare il centro storico della città e di organizzare eventi, fiere e festival durante tutto il corso dell’anno].
Dove mangiare:
Antigoni, il ristorante più rinomato della città dalle cui terrazze si ammirano splendide viste sul quartiere di Mangalem. Prezzo medio: 8€/persona
Muzaka, tavolini lungo il fiume Osum e cucina tipica albanese. Prezzo medio: 8€/persona
Dove dormire:
Guest House Vasili, la soluzione ideale per chi vuole vivere un’esperienza autentica: Vasili è una splendida abitazione tradizionale in pietra, dentro al Castello di Berat, convertita in guest house. A questo link potete prenotare l’hotel.
Hotel Mangalemi, a due passi dalla Moschea del Sultano, in uno splendido edificio dell’epoca ottomana. Bellissimi il chiostro interno e la terrazza con vista panoramica. A questo link potete prenotare l’hotel.
Hotel Onufri, perfetto per chi cerca una sistemazione elegante. La camera matrimoniale superior offre una vista incomparabile sui tetti di Berat. A questo link potete prenotare l’hotel.
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Taste The Balkans: SITA, Tirana, Albania
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