Balcani e dintorni, le mete del cuore di 7 travel blogger

Dalla Slovenia alla Turchia i Balcani sono una terra ricca di fascino da scoprire senza fretta. Tante destinazioni diverse, tutte bellissime, ricche di luoghi da visitare che si spera di tornare ad ammirare il prima possibile. Dai piccoli borghi medievali alle riserve naturali passando per le città storiche, ogni tappa lungo la penisola ha qualcosa di unico da offrire. In questo articolo trovate sette mete, alcune più note alcune off the radar: ho chiesto a sette travel blogger che conoscono bene la penisola e i dintorni di indicarmi le loro mete del cuore. Buona lettura!

 

PTUJ, SLOVENIA – SLOVELY.EU
Adagiata sulle sponde del fiume Drava che scorre placido, con il possente castello e il dedalo di viuzze che compone il piccolo centro storico, Ptuj è la più antica città slovena e una delle più pittoresche. Menzionata per la prima volta in un documento risalente all’anno 69 d.C. come insediamento romano di nome Poetovio, la località fu abitata sin dall’età della pietra e in seguito colonizzata da tribù celtiche. Del periodo romano testimonia uno degli elementi simbolo di Ptuj, il monumento di Orfeo (Orfejev spomenik): una stele di marmo alta più di 5 metri che ritrae scene tratte dal mito di Orfeo. La stele si trova accanto alla bella torre civica e alla chiesa parrocchiale dedicata a San Giorgio (cerkev Sv. Jurija), una delle chiese più antiche della Slovenia, datata attorno al 1140, con affreschi del tardo ‘200 e del ‘400. Una delle cose più belle da fare a Ptuj è passeggiare per i vicoletti del centro storico e lasciarsi sorprendere a ogni passo da ciò che si incontra: scorci pittoreschi, antiche dimore e monasteri, come quello dei domenicani, recentemente riaperto al pubblico. La passeggiata non può che finire al Castello di Ptuj che ospita un interessante museo e da cui si gode di una vista eccezionale sulla città. Ptuj significa anche avere la possibilità di godersi la ricca tradizione enogastronomica locale, magari con una degustazione alla Ptujska klet, la più antica cantina cittadina. E infine, concedersi un po’ di relax alle terme e farsi coccolare dalla vasta offerta wellness del Grand Hotel Primus. Il periodo migliore per vivere appieno l’atmosfera di Ptuj? Inizio novembre, per la festa di San Martino (Martinovanje), e durante il Carnevale (Kurentovanje), per assistere alla più grande sfilata di gruppi carnevaleschi tradizionali della Slovenia.
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Ptuj ©Slovely.eu

LETNICA, KOSOVO – KOSOVO GIRL TRAVELS
Molti visitatori evitano di visitare il Kosovo per non precludersi la possibilità di scoprire in futuro la Serbia, a causa di eventuali problemi all’ingresso in quest’ultimo Paese (per capire come spostarsi tra i due Stati leggete questo articolo). I pochi che lo visitano scelgono la capitale Pristina o la città più turistica del Kosovo, Prizren. I più avventurosi si spingono ad ovest, tra Peja e le sue splendide montagne e Gjakova, conosciuta in patria per la sua importanza storica e culturale. Ma chi ha mai sentito nominare Letnica? Questo piccolo borgo di 350 abitanti nella municipalità di Vitia, che dista 60 km da Pristina e 50 da Skopje (Macedonia del nord), è spesso scansato anche dagli stessi kosovari, nonostante sia una destinazione molto importante dal punto di vista religioso. Il patrimonio culturale di Letnica comprende numerose abitazioni antiche e un vecchio mulino, ma l’edificio più importante è la Chiesa cattolica Zoja e Madhe, risalente al 1866, dove Madre Teresa appena diciottenne ricevette la sua prima chiamata in servizio. Ho visitato la chiesa in primavera e, grazie alla mia amica Maria, ho potuto ammirarne sia gli interni che il grazioso chiostro ricco di fiori. L’edificio è dedicato all’assunzione di Maria che si celebra ogni anno il 15 agosto: l’evento dura qui nove giorni durante i quali, normalmente, visitano la chiesa e porgono le loro preghiere alla Madonna circa 10.000 persone, appartententi a credi religiosi differenti.
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Letnica ©Kosovo Girl Travels

IOANNINA, GRECIA – VIAGGI CHE MANGI 
Ioànnina è uno dei luoghi più emblematici che io abbia mai visitato durante i miei viaggi nei Balcani. Questa città della Grecia continentale è uno di quei posti capaci di esprimere tutta la magia e la forza di queste terre al di là dell’Adriatico. Qui ho percepito davvero il significato racchiuso nella parola, solo apparentemente semplice, “Balcani”. Ioànnina si trova in Epiro e si affaccia sul Lago Pamvotida. La città dista pochi chilometri dal confine con l’Albania, Paese con il quale condivide non solo le architetture del centro storico, ma anche un importantissimo pezzo di storia: una delle figure più importanti del passato di Ioànnina fu Alì Pascià, albanese, conosciuto come Leone di Ioànnina, colui che per più di 30 anni riuscì a governare un regno semi-indipendente tra Albania e Grecia sfidando il sultano Mahmud II. La sua figura ambigua è ancora oggi oggetto di dibattito: c’è chi lo ritiene un simbolo e chi, invece, un pazzo sanguinario. Quel che è certo è che entrando nel Kastro della città si può sentire ancora la sua forte presenza. A Ioànnina la storia di popoli e uomini si è mescolata e confusa. Camminando per la città mi sono sentita in bilico tra Grecia e Albania. Questo luogo è un vero e proprio ponte tra civiltà, una porta aperta sulla Storia. Ecco, è qui che ho percepito i Balcani come mai prima d’ora: quel miscuglio di genti, usanze e credenze che entra dentro l’animo quasi con prepotenza, emozionando e sconvolgendo. Tornerei a Ioànnina subito, non solo perché le cose da vedere sono tante, ma per provare ancora quelle sensazioni. Se visiterai la città inizia dal Kastro per ammirare i suoi musei e continua con una traversata in battello per perderti tra i bianchi vicoli che conducono al Monastero di Agios Nikolaos Filanthropinon sull’isola di Nissì. Ricorda, però, di trovare il tempo per sorseggiare un caffè seduto lungo la via Kallari. C’è una cosa, infatti, che ho imparato in questi anni: non si comprende mai davvero una città balcanica se non ci siede per qualche ora a osservarne la vita che scorre mentre si aspetta che il fondo del caffè si depositi del tutto.
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©Viaggi Che Mangi

 

SARAJEVO, BOSNIA ED ERZEGOVINA – KAMI AND THE REST OF THE WORLD
La Bosnia ed Herzegovina è una delle nazioni più interessanti che si possa visitare durante un viaggio nei Balcani: offre paesaggi vari, città affascinanti, una storia unica e una gastronomia da leccarsi i baffi. La maggior parte dei turisti si limita a visitare Mostar e Sarajevo, ma sono tante le destinazioni da includere nell’agenda in un viaggio in questo paese, tra cui Trebinje, Travnik, Jajce, Visegrad, Blagaj, Pocitelj o le cascate di Kravice. Nonostante ciò, Sarajevo è e rimane una delle tappe imperdibili in Bosnia ed è una delle città più belle e incredibili del vecchio continente. È qui che l’Oriente incontra l’Occidente (letteralmente, è indicato con un segno sulla pavimentazione nel centro storico!) e la città è spesso soprannominata la Gerusalemme d’Europa poiché nel giro di pochi metri si concentrano i templi di quattro religioni differenti: una moschea, una sinagoga, una chiesa cattolica e una ortodossa. La capitale -e tutta la Bosnia- ha sofferto molto durante la guerra degli anni Novanta e ancora oggi camminando per la città si incappa nei lasciti della storia più recente (da non perdere una visita al War Childhood Museum, che offre un tragico spaccato dei lunghi anni di assedio). Infine, come non menzionare la cucina locale? I vegetariani troveranno qualche difficoltà durante un viaggio in Bosnia perché la gastronomia è spesso caratterizzata da gustosi piatti di carne. Mi raccomando non scordatevi di provare i cevapcici, il piatto tradizionale a base di carne speziata con menta, cipolle e il kajmak, una gustosa crema di formaggio. Una vera delizia.
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Sarajevo ©Kami and the rest of the world

 

RISERVA NATURALE DEL FIUME UVAC, SERBIA – LOVING BALKANS
Il sud-ovest della Serbia è probabilmente, a livello naturalistico, una delle zone più belle di tutto il Paese. No, non è un’esagerazione! Vi assicuriamo, infatti, che merita una vostra visita. Si tratta di un’area prevalentemente montuosa, ricca di corsi d’acqua (Drina, Uvac e Lim solo per citarne alcuni), meravigliosi canyon e splendidi parchi naturali. Uno di questi è la Riserva Naturale del Fiume Uvac, un luogo che ci ha davvero colpite per quanto riesce ad essere incantevole e suggestivo. Il fiume Uvac è il più lungo affluente del fiume Lim ed è conosciuto per i suoi meandri che penetrano lungo le pareti calcaree, formando un vero e proprio labirinto di color verde. Questa serpentina, vista dall’alto, è uno spettacolo che lascia a bocca aperta, ma le sorprese di quest’oasi naturale non finiscono qua: la riserva, infatti, è la più grande colonia di grifoni di tutti i Balcani con circa 300 esemplari. Oggi il grifone dalla testa bianca è il simbolo dell’intera zona protetta, ma fino ad una ventina di anni fa questa specie rischiava di scomparire del tutto. Infine, un’altra caratteristica del parco è il sistema di grotte presente nel sottosuolo. Le grotte sono numerose, di dimensioni variabili e costituiscono il più grande sistema di cavità noto in Serbia. Se ne avete la possibilità, il consiglio è di alloggiare sul monte Zlatar e di prenotare la crociera sul fiume con visita alle grotte e camminata al punto panoramico incluse. Una volta rientrati, potete pranzare in uno dei tanti ristorantini con vista fiume! Siamo sicure che tanta bellezza resterà a lungo nel vostri occhi e nel vostro cuore.
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Riserva Naturale del Fiume Uvac ©Loving Balkans

 

SVETI NAUM, MACEDONIA – WHISPER.VES
Ogni turista che visita il mio Paese ha sentito nominare Ohrid, ecco perché io raccomando l’area di Sveti Naum, a sud della famosa cittadina, un luogo unico e ricco di serenità dove l’uomo e la natura hanno collaborato dando il meglio di sé. A soli 20 km di distanza da Ohrid, sulla sponda del fiume più antico d’Europa -e tra i più antichi del mondo- questo posto sembra sospeso nel tempo ed è una destinazione in grado di soddisfare tutti i sensi. Il monastero, fondato da San Naum, risale al X secolo, e oggi è diventato uno dei principali luoghi di pellegrinaggio di tutta la Macedonia: numerosi credenti si recano qui da tutto il paese -e oltre- per pregare e portare i loro servigi alla tomba del santo che è sepolto proprio qui. L’energia che si sente una volta messo piede in questo luogo è qualcosa che non dimenticherete facilmente. Vicino al monastero vale la pena visitare anche il punto in cui sgorgano le sorgenti del fiume Drim Nero, che originano dalle falde del monte Galicica, che danno vita a un piccolo lago dalle acque cristalline. Ho visitato il monastero numerose volte ma ogni volta che vi faccio ritorno è come se fosse la prima volta, specie in autunno o primavera quando la natura offre paesaggi da favola.
Pagina web: whisper-365.com/
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Sveti Naum ©Vesna Kocevska

MARDIN, TURCHIA – TRAVEL TO TASTE 
Il sole sta tramontando sulla piana siriana e la temperatura si fa improvvisamente più frizzante. Il pomeriggio è trascorso velocemente nella ricerca del sapone di Aleppo, città che dista da qui solo pochi chilometri, qualche tessuto e un caffè bevuto lentamente, come tradizione turca vuole, in una deliziosa caffetteria dove producono anche minuscoli lokum artigianali. La città di Mardin è un gioiello di filigrana nella zona est della Turchia, ma i viaggiatori che si spingono fino a qui sono davvero pochi. La tipiche case in stile arabo giacciono, vicine tra loro, su un’altura, ai piedi di una cittadella fortificata. La posizione elevata della cittadina ha sviluppato l’amore dei bambini verso uno scenografico quanto poetico hobby: far volare gli aquiloni. La UIu Camii (la grande moschea) vanta un bellissimo minareto di epoca selgiuchide, mentre nella medrese di Isa Bey, si può ammirare un portale meravigliosamente scolpito risalente, come tutto l’edificio, al 1385. Bisogna prendersi il tempo per passeggiare tra i graziosi cortili, magari accompagnati dal custode, e per salire sul tetto a godersi il paesaggio urbano. Il giardino del tè è un posto privilegiato per sedersi a osservare la bellezza di Mardin. A soli 7 chilometri dal centro, c’è il Monastero di Zafferano (Deyrulzafaran). Anticamente utilizzato come fortezza dai Romani, divenne un monastero e poi sede del Patriarcato della Chiesa siriaco ortodossa. Deve il nome al colore delle pareti e ai fiori di zafferano che crescono intorno all’edificio. Dell’interno sono visitabili la cripta sotterranea, utilizzata 4000 anni fa come tempio dagli adoratori del Sole, il mausoleo, che ospita le pietre tombali di sette patriarchi siriaco-ortodossi, e la cappella, con gli archi finemente decorati e l’altare in pietra. Al piano superiore si trovano le stanze per gli ospiti: se doveste capitare qui verso sera potrete sentire le suggestive preghiere intonate dai pellegrini in visita o dai monaci residenti. Un canto che commuove soprattutto se si pensa che, al di là della piana sottostante, arde la guerra.
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Mardin ©Federica Giuliani

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