Figli e anime ribelli. Le indagini di Alper Kamu-Alper Canigüz

<<A cinque anni sei nel pieno della maturità, poi cominci a marcire. Mi chiamo Alper Kamu e qualche mese fa ho compiuto cinque anni. In attesa del mio compleanno ho passato buona parte del mio tempo alla finestra a osservare la gente di fuori. Andavano tutti di corsa per poi improvvisamente rallentare, emettevano rumori di ogni sorta e si guardavano intorno, ora qua ora là. Il solo pensiero che un giorno anch’io avrei potuto ridurmi come loro mi dava la nausea. Purtroppo però non c’era via di scampo. Il tempo era infame e io stavo invecchiando rapidamente. L’unica cosa positiva della mia vita era non essere più costretto ad andare all’asilo. Almeno questo…>>.

Inizia così Figli e anime ribelli. Le indagini di Alper Kamu, romanzo di Alper Canigüz uscito quest’estate, per Francesco Brioschi Editore, tradotto da Rosita D’Amora. È la storia di un bambino di 5 anni decisamente originale, Alper Kamu, che di essere tale non vuole saperne proprio niente: detesta l’asilo, fa ragionamenti filosofici, è innamorato della sua vicina di casa ventenne, si azzuffa con i teppistelli del quartiere dove vive e passa gran parte del tempo a leggere grandi classici della letteratura o a ragionare nascosto sotto al divano.

<<Prendiamo me per esempio: un moccioso che ogni giorno trascorre ore sotto il divano, che ha come amico del cuore il matto del quartiere, che non fa una piega neanche di fronte a una cadavere sgozzato, che si fa fantasie davanti a una ragazza di vent’anni e per di più amante di alcol e pistole. Il ritratto di un mostro con le sembianze di un bambino. La reincarnazione di Rasputin>>.

Una sera, al rientro da un giro nel quartiere, Alper viene attirato da alcuni rumori provenienti dall’appartamento di un vicino, il vecchio signor Hicabi, e si ritrova ad essere l’unico testimone di un omicidio. Da questo momento il bambino si improvvisa detective deciso a scoprire chi ha commesso l’assassinio. Le pagine scorrono veloci rincorrendo le avventure del piccolo protagonista alle prese con forze dell’ordine incapaci di svolgere il proprio lavoro, misteri, amministratori corrotti, delinquenti con qualche rotella fuori posto. Sullo sfondo, Istanbul la città delle città come definita nel libro, un mondo fatto di quartieri, luci, ombre e soprattutto persone, e lo spinoso rapporto genitori-figli.

Figli e anime ribelli è un romanzo eccentrico, divertente e inaspettato che, grazie all’intreccio di eventi e alle vite sbaragliate dei personaggi raccontate nel volume, non annoia mai. È soprattutto il linguaggio ironico utilizzato dal protagonista (la traduzione rende perfettamente giustizia, immagino, non conoscendo il turco, all’intento originario dell’autore), però, a tenere il lettore incollato al libro dalla prima all’ultima pagina e che strappa continuamente un sorriso. Una scrittura, quella di Canıgüz tradotta da D’Amora, che procede in linea con le vicissitudini raccontate, tra gergo di strada e vocaboli aulici, un linguaggio anticonformista e raffinato che dà vita a un romanzo brillante.

*Il libro è un dono dell’editore

Figli e anime ribelli. Le indagini di Alper Kamu-Alper Canigüz, Francesco Brioschi Editore, 2021

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