
Le figlie del generale-Mimoza Hysa
<<Cos’era quel tempo, Martina? Un tempo in cui le persone sparivano come branchi di pecore, e ognuno doveva rispettare le leggi del suo branco, senza mischiarsi con quelli opposti, neutrali o dubbiosi? Per una natura curiosa come la mia, questo significava mettere i bastoni tra le ruote alle cose nuove, tendere un’imboscata all’ignoto e dirigersi alla mangiatoia, masticando sempre lo stesso cibo, di cui conosci bene il sapore. Io non ero nata per rimanere nella mangiatoia>> (p. 94).
<<Jeton ci ha separate. Forse noi siamo sempre state separate, ma la conoscenza con Jeton ha reso visibile il nostro abisso. Una separazione netta, senza più ritorno>> (p.33).
Il romanzo è Le figlie del generale di Mimoza Hysa, scrittrice e pluripremiata traduttrice molto apprezzata in Albania, pubblicato dalla casa editrice Besa Muci e tradotto in italiano da Durim ed Esi Taci. La scrittura dell’autrice è chiara e lineare, le sue parole sono in grado di catapultare il lettore dentro la vita delle due protagoniste e nella storia di quegli anni. Capitolo dopo capitolo si alternano le voci delle due sorelle che narrano le vicende della loro comune vita da punti di vista, però, diametralmente opposti.
La narrazione è ambientata nell’Albania del regime comunista, un periodo durato oltre 40 anni. E anche se Hysa racconta di dittatura, pur non nominandola mai, riga dopo riga dalle sue parole traspaiono tutta la durezza e le illusioni di quella lunga era che ha profondamente caratterizzato la storia (e conseguentemente segnato il futuro) del Paese. La dittatura e tutto ciò che ne è conseguito -dispotismo, intromissioni, sparizioni di persone, distruzioni di famiglie-, infatti, è onnipresente nel testo e determina i legami tra le protagoniste del romanzo e gli altri personaggi che ruotano intorno.

Albania in bianco e nero: Kruja

Sacrilegio-Alessia Biasatto
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